mercoledì 26 dicembre 2012

2012: Un anno di "Si parla di..."

Qualche post fa, in vista del Natale, mi era stato chiesto di stilare una classifica dei 10 migliori libri usciti negli ultimi tempi.
Più che presentarvi una classifica preferisco invece cogliere l’occasione per trasformare questo post in una breve riflessione sui libri per bambini che ho letto nel corso di quest’anno e che, per un motivo o per l’altro, più mi hanno colpito. In quest’ottica ho deciso di pubblicare il post in concomitanza con la fine del 2012 e di riproporvene uno simile ogni anno.
Ho suddiviso i volumi per fasce d’età; di alcuni di essi ho già parlato, di altri lo farò in seguito.
Ed ecco i libri che più mi hanno divertito, commosso o appassionato:

Copertina di Sara Welponer

Albo illustrato: Signor Alce (3/5), DavideCalì & Sara Welponer, Emme Edizioni (2012).
Di questo albo, oltre ai bellissimi disegni di Sara Welponer, ho apprezzato l’atmosfera che si respira nella storia e la sua spontaneità. Il libro tratta il tema dell’amicizia e insegna come talora sono proprio gli aspetti più singolari del nostro carattere a farci apprezzare da qualcuno.

Copertina di Claudio Cerri


Prime letture (5/6): Socrate l’oca fantasma, Tiziana Merani, Edizioni Piemme (2012).
La storia ruota intorno a un mucchio di vecchie coperte, che la fantasia di un gruppo di giovani animali riesce a trasformare nelle cose più disparate. In una società consumistica come la nostra questo libro può essere un ottimo esempio per i bambini di come sia possibile divertirsi con poco.

 
Copertina di Desideria Guicciardini

Romanzo (7/8): La guerra degli scoiattoli, Carla Ciccoli, Edizioni Piemme (2012).
Un libro capace di introdurre i più piccoli a un argomento difficile come la guerra. Geniale l’idea di sviluppare la storia attingendo a fatti reali: l’arrivo in Inghilterra, intorno alla fine del XIX secolo, di una razza americana di voraci scoiattoli dal pelo grigio, che ben presto entreranno in conflitto con gli autoctoni inglesi dal pelo rosso. Il motivo del contendere? Le prelibate ghiande!

Copertina di Birgitta Sif


Romanzo (7/8): Il leprotto della luna, Sue Monroe, Feltrinelli Kids (2012).
Divertente e scanzonato, questo libro si lascia leggere tutto d’un fiato. Si tratta di un moderno romanzo di formazione dove la protagonista, la Principessa P.J., con l’aiuto del bizzarro leprotto della luna partirà in missione per salvare il suo papà, imparando a diventare un po’ meno capricciosa.

Copertina di Roberto Luciani

Romanzo (9/11): 2012: Alieni, gatti e complotti, Domenica Luciani, Giunti Junior (2010).
Uno stile spassoso e scorrevole, unito a un intreccio ben congegnato, rendono questo libro una lettura davvero piacevole. Da non perdere se amate i misteri e siete gattofili convinti!

Copertina di Iacopo Bruno


Romanzo (12+): Il figlio del cimitero, NeilGaiman, Oscar Mondadori (2010).
La bellezza di questo libro sta nella sua capacità di commuovere senza mai risultare melenso e sdolcinato. Non si può non provare simpatia per il personaggio di Bod e appassionarsi alle sue vicende fuori del comune. Basta dire che questo bambino è cresciuto in un cimitero, allevato dagli spiriti dei morti…


venerdì 14 dicembre 2012

Socrate l'oca fantasma

Copertina di Claudio Cerri


Qualche tempo fa avevo promesso di parlarvi di Socrate l’oca fantasma ed eccovi serviti.
Si tratta di un libro scritto da Tiziana Merani e pubblicato nel 2012 nella serie bianca (+5) della collana Il Battello a Vapore. Il romanzo aveva già visto la luce nel 2004, edito nella collana I Sassolini della Mondadori, ma la più recente versione della Piemme si rivela interessante per le coloratissime e simpatiche illustrazioni di Claudio Cerri, vincitore del premio Il Battello a Vapore 2011 per la sezione Illustratori.
In questa storia la fantasia la fa da padrona. Tutto ha inizio quando Socrate, l’oca protagonista, scopre uno scatolone pieno di vecchie coperte e chiede alla mamma il permesso di giocarci. Come spesso accade per i bambini, i giochi realizzati con gli oggetti più impensati spesso si rivelano i più entusiasmanti, perché permettono di inventarsi un mondo e di dare sfogo alle proprie idee. Così le coperte appese a un albero si trasformano in una casetta dove la giovane oca può rintanarsi assieme al gatto Fildiferro e al maialino Gollo. Dentro al loro rifugio Socrate e gli amichetti hanno anche modo di confrontarsi con la paura del buio e, tra risate e scherzi, di superarla. Ma, si sa, nei giochi in compagnia più si è, meglio è, e quando arrivano le volpi ecco che le vecchie coperte si trasformano in qualcosa di ancora nuovo…
Diversi sono i temi che vengono trattati in questa storia in maniera estremamente semplice e naturale: l’amicizia, la diversità, intesa come valore aggiunto di ogni singolo individuo, l’importanza di affrontare le proprie paure.
Una cosa c’è da scommetterla, dopo che un bimbo avrà letto questo libro non guarderà più le coperte di casa con gli stessi occhi! 

mercoledì 5 dicembre 2012

2012: Alieni, gatti e complotti



Copertina di Roberto Luciani
Il tempo stringe, signore e signori. La fatidica data del 21 dicembre 2012 è ormai dietro l’angolo e qui conviene correre ai ripari facendo gli scongiuri e toccando tutto quel che c’è da toccare.
Come potrà mai finire il mondo, vi chiederete? Beh, secondo Domenica Luciani la nostra estinzione sarà decretata da un branco di felini. Sì, avete capito bene. I nostri amici a quattro zampe, diventati a un tratto dei super-intelligentoni, congiurerebbero alle nostre spalle per annientarci tutti mentre noi, ignari, continuiamo a offrire ai piccoli giuda vitto e alloggio nelle nostre accoglienti case. Ma chi o cosa può avere generato nei gatti una simile, sconcertante trasformazione?
Tutto ha avuto inizio il pomeriggio del 4 giugno con quel maledetto lampo verde, la cui apparizione su Monte Morello, nei pressi di Firenze, non è per niente sfuggita al giovane e acuto Adamo, che da subito ha sentito puzza di bruciato. Da quel momento, infatti, hanno iniziato a verificarsi una serie di stranezze, che hanno visto coinvolti diversi esponenti del mondo felino. Adamo, aiutato dall’amica Vicky, ha dunque deciso di avviare un’accurata indagine sulla faccenda.
Un tassello dopo l’altro i due smascherano il complotto dei perfidi mici risalendo al responsabile di tutto, a capo della pulciosa organizzazione criminale: sto parlando di sua sublime presenza, l’alieno Fronoxidis. Riusciranno Adamo e Vicky a salvare il mondo (e, per giunta, la loro stessa pellaccia)?
Per scoprirlo non vi resta che leggere 2012: Alieni, gatti e complotti.
Il libro, adatto a lettori in età compresa tra i 9 e gli 11 anni, è scritto in uno stile davvero accattivante e presenta un intreccio ben congegnato.
2012: Alieni, gatti e complotti è uscito nel 2010 per la Giunti Junior ed è accompagnato dalle illustrazioni in bianco e nero di Roberto Luciani.

venerdì 9 novembre 2012

La guerra degli scoiattoli

Copertina di Desideria Guicciardini


Non è facile parlare di un evento violento come la guerra a dei bambini, trovare le parole giuste per spiegare il perché un colore differente della pelle (o della pelliccia, in questo caso) può generare tanto odio tra diverse razze. A Carla Ciccoli va dunque un grande merito, quello di essere riuscita a scrivere un libro che parlasse di guerra, ma che non fosse in alcun modo drammatico, e dunque adatto anche ai più piccini.
L’escamotage dell’autrice è stato quello di ambientare la storia nel mondo animale e, grazie a una buona dose di fantasia, ha così preso vita: La guerra degli scoiattoli.
L’aspetto geniale di questo romanzo è che attinge a fatti reali: l’arrivo in Inghilterra, intorno alla fine del XIX, di una nuova razza di scoiattoli dal pelo grigio provenienti dal continente americano, contraddistinti da dimensioni maggiori rispetto agli autoctoni inglesi dal pelo rosso e da un provvidenziale appetito. È proprio a causa di quest’ultimo che le due razze di scoiattoli entrano in conflitto. Infatti, mentre gli scoiattoli grigi si adattano a mangiare qualsiasi cosa capiti loro a tiro, i cugini inglesi si nutrono esclusivamente delle loro amate ghiande. Inutile dire che, quando anche i nuovi arrivati scoprono la bontà di queste ghiande, hanno inizio i problemi…
La guerra tra scoiattoli rossi e grigi si protrae fino ai giorni nostri, quando è ambientata la storia narrata nel romanzo, il cui protagonista è Lenny, un giovane scoiattolo dal pelo rosso abbandonato ancora neonato dai suoi genitori e cresciuto da una coppia di piccioni viaggiatori. La sua esistenza verrà sconvolta quando un giorno, per caso, scoprirà il terribile segreto da cui i suoi genitori adottivi avevano sempre cercato di proteggerlo: la sua coda, mascherata a dovere sotto uno strato di terra rossa, è in realtà grigia. Lenny è dunque il frutto di un incrocio tra le due razze rivali. Questo fatto è inammissibile per le leggi vigenti in entrambe le comunità di scoiattoli e sufficiente per costargli la vita…
Con La guerra degli scoiattoli Carla Ciccoli ha vinto il Premio Il Battello a Vapore 2011 per la sezione miglior autore. Il libro è uscito poi nel 2012 nella collana Il Battello a Vapore della Piemme. Il testo è accompagnato dalle simpatiche illustrazioni di Desideria Guicciardini, realizzate all’interno in bianco e nero.

sabato 27 ottobre 2012

Scary Godmother

Copertina di Jill Thompson
Per questo “Speciale Halloween” non parlerò di un romanzo o di un albo illustrato, ma di una raccolta di storie a fumetti per bambini (anche se adatta a tutte le età), mai tradotta in italiano e reperibile solo su siti di vendita on-line in lingua originale inglese. Il libro in questione, scritto e illustrato da Jill Thompson, celebre autrice di fumetti americana, si intitola: Scary Godmother. Ma chi è il personaggio protagonista della fortunata serie che tanto ha spopolato nei Paesi anglosassoni, vincendo nel 1999 il premio Lulu of the Year e offrendo spunto per ben due adattamenti cinematografici? Una Scary Godmother è una via di mezzo tra una fata buona e una strega, amante delle cose sinistre e spaventose, che durante la notte di Halloween diventa la madrina di qualche bambino bisognoso del suo aiuto per imparare a non temere più il mondo delle tenebre e i suoi mostri. Così, almeno, si presenta lei stessa alla piccola Hannah Marie, alle prese con la sua prima notte di Halloween, ma andiamo per ordine.
La sera del 31 ottobre la giovanissima Hannah viene affidata dai genitori alle cure del cugino Jimmy, più vecchio di lei di qualche anno, e dei suoi amici per fare il classico giro del quartiere e propinare ai vicini il noto “dolcetto o scherzetto”. La mamma raccomanda loro di non fare tardi, data la giovane età della bambina. Questo fatto non va proprio giù al pestifero Jimmy che, con la complicità dei suoi amici, decide di vendicarsi della piccola guastafeste. Terminata la raccolta dei dolcetti, il gruppetto si ferma di fronte a una vecchia casa abbandonata, dall’aspetto assai tetro e sinistro. Qui Jimmy si inventa una storia per costringere la cuginetta a entrare nell’edificio, con l’intenzione di spaventarla a dovere. È così che la povera Hannah Marie, passato un momentaccio iniziale di puro terrore, conosce la sua Scary Godmother, nonché una serie di simpatici mostri. Col loro aiuto Hannah otterrà vendetta sul perfido Jimmy e sui suoi amichetti, come dire: “Chi la fa, l’aspetti”.
Questa suppergiù è la trama della prima storia della serie, intitolata: The Scary Godmother, uscita per la prima volta in America nel 1997 per la Sirius Entertainment. Nella raccolta che ho avuto modo di leggere, pubblicata nel 2010 dalla Dark Horse Books, sono presenti anche i successivi racconti: The revenge of Jimmy, The mystery date, The Boo Flu, Tea for Orson, e per finire lo Scary Godmother Sketchbook, una sezione dedicata all’arte di Scary Godmother, contenente gli studi di alcuni personaggi (una vera chicca per gli illustratori).
Bene, e con questo ho concluso! Non mi resta che augurare buon Halloween a tutti!

giovedì 11 ottobre 2012

Non la faccio lì!

Copertina di Gergely Kiss
Il libro protagonista di questo post è: Non la faccio lì! Già dal titolo si può facilmente intuire l’argomento trattato dalla storia. L’“andare di corpo” è un’azione che fa sorridere, fa vergognare, fa arrossire… eppure è indispensabile, come mangiare, dormire o respirare. Non tutti i bambini, tuttavia, hanno un rapporto sereno con questa… ehm… attività, e nutrono dei veri e propri blocchi psicologici a riguardo. Questo volume, scritto da Anja Fröhlich e illustrato da Gergely Kiss, può rappresentare un piccolo aiuto per tutti quei genitori in difficoltà coi loro figli. Leggere loro una storia che affronti l’argomento in maniera divertente può essere un modo per far prendere confidenza ai bimbi con questo atto assolutamente naturale.
Pubblicato in Italia nel 2010 dalla casa editrice Il Castoro, Non la faccio lì! è uscito per la prima volta in Germania nel 2010 col titolo originale di: Müssen wir?
Ed eccovi servita la storia: un bel giorno il guardaboschi trasporta ai margini del bosco un gabinetto per evitare che gli animali continuino a sporcare in giro quando fanno i loro bisogni. Il primo a incapparvi è il cinghiale Pasquale, il quale, però, nutre alquanta diffidenza verso lo strano oggetto e preferisce sia qualcun altro a sperimentarlo. Così, pian piano, gli animali del bosco si radunano incuriositi attorno al gabinetto, facendo ciascuno la propria “esperienza” che, chi per un motivo, chi per l’altro, non è esattamente positiva... guai però ad ammetterlo con gli altri! E così alla fine…

venerdì 28 settembre 2012

Io, nonno Carlo e la paura

Copertina di Chiara Gobbo

Da sempre sono i migliori compagni di gioco che un bambino possa desiderare… avete indovinato di chi si tratta? Ma dei nonni, naturalmente!
Lo sa bene Anna Baccelliere che in Io, nonno Carlo e la paura narra il rapporto speciale che lega il giovane Carletto al nonno.
Nonno Carlo, che col nipotino a quanto pare condivide persino il nome, non si limita a scarrozzarlo in giro e a farlo divertire, gli insegna anche a superare le proprie paure e, dunque, a diventare grande: «Carletto, non devi aver paura. Pensa a qualcosa di bello e la paura andrà via». Le paure del bambino sono tante, ma le cose belle a cui pensare sono ancora di più, e così i suoi timori, alla fine, spariscono sempre. Ma anche il nonno, seppure non sia più un bambino, non è immune dal provare paura, e allora sarà il piccolo Carletto, con tenerezza e sensibilità, a insegnargli come superarla.
L’albo è uscito nel 2010, edito da Lavieri nella collana I Monelli.
Le particolarissime illustrazioni che accompagnano il testo sono di Chiara Gobbo, e denotano uno stile piuttosto originale.   

martedì 7 agosto 2012

lunedì 16 luglio 2012

Le favolette di Alice

Copertina di Valeria Petrone

Questo post è dedicato all’opera di un grande della letteratura per l’infanzia italiana, Gianni Rodari (1920-1980), maestro elementare prima, giornalista e autore di innumerevoli storie per bambini in seguito, tanto da aver vinto, nel 1970, il celebre Premio Andersen. Il libro in questione è intitolato: Le favolette di Alice, una raccolta di mini avventure la cui protagonista, Alice Cascherina, ha la particolarità di essere minuscola e di potersi infilare dovunque, un po’ per sbaglio, cascandoci dentro, un po’ per curiosità. Per fare alcuni esempi la piccola Alice si ritroverà prigioniera di una bolla di sapone, della sua stessa torta di compleanno e persino di una lucciola! Ma nonostante tutte le situazioni difficili in cui la bambina riuscirà a cacciarsi, talvolta vedendosela anche brutta, non perderà mai il sano desiderio di esplorare il mondo che la circonda e di scoprire con occhi attenti cose sempre nuove. Alice Cascherina diventa un po’ il simbolo dell’infanzia, poiché contraddistinta da quella curiosità mista a incoscienza che, con l’età adulta, si tende a perdere (anche se la regola non è generale).
Le prime due favolette di Alice, Alice Cascherina e Alice casca in mare, sono uscite sul Corriere dei Piccoli nel 1961 e, successivamente, nel 1962, entrarono a far parte di Favole al telefono.
È solo nel 1995 che l’intera produzione di Rodari avente per protagonista la pestifera bambina verrà pubblicata postuma in un unico volume, edito da Einaudi Ragazzi, e accompagnato dalle illustrazioni di Paolo d’Altan.
La versione che ho avuto modo di leggere, sempre edita da Einaudi Ragazzi, è invece uscita nel 2011 con le simpatiche illustrazioni, tutte a colori, di Valeria Petrone, ed è una lettura consigliata a bambini a partire dai 6 anni d’età.

giovedì 28 giugno 2012

È in uscita Socrate l’oca fantasma


Il conto alla rovescia può dirsi iniziato! Il 3 luglio esce Socrate l’oca fantasma, un libro edito da Il Battello a Vapore nella serie bianca, scritto da Tiziana Merani e illustrato dal mio ragazzo, Claudio Cerri, che nel 2011 si è aggiudicato il primo posto nella sezione miglior illustratore per il Premio Il Battello a Vapore 2011.
In futuro dedicherò sicuramente una recensione alla storia, per ora cliccate qui e qui per ottenere qualche informazione in più dal sito della casa editrice.
Che dire di più, se non bravissimo Claudio!

giovedì 7 giugno 2012

La Bella Addormentata è un tipo sveglio

Copertina di AntonGionata Ferrari 

Che ci crediate o no La Bella Addormentata è un tipo sveglio, parola di Annalisa Strada, autrice del romanzo in questione. In effetti la protagonista di questo libro non è affatto addormentata e ha ben poco in comune con la principessa Aurora, famosa grazie al celebre film della Walt Disney, dove appare bellissima e romantica ma, se vogliamo, anche molto poco attiva… (in effetti, nel corso del film, tutto il lavoro “sporco” se lo è smazzato il principe Filippo).
Nossignore! Questa Bella Addormentata è un personaggio moderno, dinamico (molto più del Principe Azzurro), intraprendente e risoluto. Il fatto è che, dopo una bella dormita di cent’anni, la nostra eroina trova il mondo parecchio cambiato, e non certo in meglio… Pare proprio che tutto sia andato a rotoli, a partire dal suo bel castello, abbandonato e lasciato in malora. E alla richiesta del Principe Azzurro, artefice del suo risveglio, di sposarla, la sua risposta è: “Ci sposiamo dopo aver salvato il mondo, ok?” Vi pare poco?
Insomma, il Principe Azzurro si ritrova per le mani proprio un bel tipino. Lo spirito battagliero della fanciulla la spingerà a opporsi ai soprusi, affrontando avventure dove, suo malgrado, il povero principe si ritroverà coinvolto. Tanto per farvi un piccolo esempio le pratiche di spargere tagliole nel bosco o di riversare sostanze nere e puzzolenti nei fiumi non sono affatto gradite alla ragazza, così scopriamo che questa Bella Addormentata è guidata da un animo ecologista.
Partendo da una nota fiaba, Annalisa Strada concepisce questa storia, moderna e accattivante, in cui, con semplicità e umorismo, si parla di tematiche serie e attuali.
Lo stile adottato dall’autrice è estremamente frizzante, come frizzanti e divertenti definirei i bei disegni di AntonGionata Ferrari che completano il libro. La Bella Addormentata è un tipo sveglio è uscito nel 2011 per la Battello a Vapore, ed è adatto a bambini dai 7 anni di età.

mercoledì 9 maggio 2012

Un perfetto piccolo mostro


Copertina di Jonathan Lycett-Smith
Ecco un elenco di tutte le qualità che un perfetto piccolo mostro dovrebbe avere: uhm… vediamo… “due occhietti orribili, un nasetto disgustoso, una boccuccia orrenda”.
Sì, ci siamo! L’ultimo arrivato nella famiglia dei signori Mostro è davvero perfetto e tutti, mamma, papà, fratello e sorella, stravedono per lui. Il giorno del suo primo compleanno, nel bel mezzo della festa organizzata in suo onore, a cui hanno preso parte zii, zie e cugini (ospiti, ovviamente, mostruosi), il piccolo mostro viene invitato a fare una bella boccaccia. Tutti sono sulle spine per scoprire quale orribile espressione sarà in grado di inventarsi. Il mostruoso bebè, nello sconcerto generale, sarà in grado di suscitare il reale disgusto di tutti, tanto che alla fine viene da chiedersi: ma questo piccolo mostro sarà davvero così perfetto?
Un perfetto piccolo mostro è un albo, scritto da Judy Hindley e illustrato da Jonathan Lycett-Smith, uscito per la prima volta in Inghilterra nel 2000 col titolo originale di: The perfect little monster. In Italia è edito dalla Nord-Sud Edizioni, uscito nel 2001 con la traduzione di Noemi Clementi.
La storia è estremamente semplice, uno scacciapensieri adatto ai bimbi dai 3 ai 6 anni, accompagnato dalle simpatiche e coloratissime illustrazioni di Lycett-Smith.

venerdì 20 aprile 2012

Il gufo che aveva paura del buio

Copertina di Anna Laura Cantone

Possibile che un barbagianni abbia paura del buio? Sì, se il barbagianni in questione si chiama Tombolo ed è il protagonista del racconto Il gufo che aveva paura del buio.
Tombolo, in fin dei conti, è ancora piccolo e vive con mamma e papà in cima a un albero. Ci sono molte cose che Tombolo deve ancora imparare, prima fra tutte a non avere paura del buio, come ogni barbagianni che si rispetti. I suoi genitori sono preoccupati perché il loro figlioletto non ci si vede proprio a essere un “uccello della notte”.
Ma la mamma, con l’intelligenza e la sensibilità che contraddistingue tutte le mamme, gli domanda: “Tombolo, tu hai paura del buio solo perché non lo conosci. Cosa sai dal buio?”
E così Tombolo inizia il suo percorso di conoscenza e di crescita. Incontrerà tanti personaggi (un bambino, una vecchia signora, un giovane Boy-Scout, ecc.) che gli insegneranno ciascuno qualcosa sul  buio attraverso le loro esperienze; il buio è fantastico, è gentile, è divertente, è meraviglioso, e ogni volta che il piccolo barbagianni impara qualcosa sul buio, questo gli fa sempre un po’ meno paura…
Questo breve romanzo, indirizzato a piccoli lettori (6+) e scritto da Jill Tomlinson, è uscito per la prima volta in Inghilterra nel 1968 con il titolo originale di The owl who was afraid of the dark. Da allora ha trasmesso a migliaia di bambini la sua morale: bisogna imparare a conoscere ciò che ci spaventa per riuscire a non averne più paura. In Italia il libro, tradotto da Michele Piumini, è edito da Feltrinelli Kids, pubblicato per la prima volta nel 2005 e arrivato, con l’edizione che possiedo del febbraio 2010, alla sua undicesima ristampa, a dimostrazione della sua attualità e del fascino che continua a esercitare sui bambini.
La mia versione è illustrata (purtroppo, devo ammettere, in bianco e nero) da una grande illustratrice italiana di libri per bambini, Anna Laura Cantone, per il cui stile, originale e immediatamente riconoscibile, personalmente vado matta.

giovedì 5 aprile 2012

Tartarina di Racalmuto


Copertina di Chiara Bordoni
Chi in vita sua non si è mai lasciato tentare dal comprare un pesciolino rosso o una bella tartarughina in qualche fiera o mercato? Ecco, Tartarina di Racalmuto parla appunto di un gruppo di sei bambini che, gironzolando per la fiera di Racalmuto, ridente paesino della Sicilia, in compagnia dell’esuberante zio Pippo, non resistono alla tentazione di comprare una simpatica tartaruga. Una volta a casa si tratterà di trovarle un nome e allora via alle votazioni! Ma Tartarina non è un giocattolo, è un essere vivente, e come tale il suo benessere è prioritario, anche a costo di doversene separare.
L’autrice, Roberta Grazzani, attraverso questa storia, uscita nel 2009 per la Battello a Vapore nella serie azzurra (dai 7 anni in su), e tutt’ora distribuita, si ripropone di insegnare ai bambini il rispetto per gli animali che, troppo spesso, vengono considerati alla stregua di semplici giocattoli e come tali (ahimè) trattati. Del testo ho particolarmente apprezzato le evocative descrizioni dei paesaggi siciliani, ulteriore omaggio alla bellezza della natura, tema su cui si incentra questo libro.
A completare il volume, le tenere illustrazioni di Chiara Bordoni, che compaiono all’interno in bianco e nero.

sabato 17 marzo 2012

Storie di demoni e fantasmi

Copertina di Tony Ross

Lo ammetto, le storie dell’orrore mi sono sempre piaciute, a quanto pare un tratto che ho in comune con lo scrittore irlandese Martin Waddell, autore (tra le altre cose) di Storie di demoni e fantasmi, una raccolta di 14 racconti dell’orrore indirizzata ai più piccoli (dagli 8 anni in su) ed edita in Italia da Einaudi Ragazzi.
La maggior parte di queste storie, come afferma lo stesso autore, gli sono state narrate quand’era bambino. Si tratta di racconti che fanno parte della tradizione europea, in gran parte modificati e arricchiti da Waddell stesso, i cui protagonisti sono creature come: ghoul, fantasmi, fate, folletti maligni, goblin, demoni pelosi. Alcuni titoli? Johnny Stecchito (già il nome è un programma), Il burro non c’è più (mai essere avidi quando si ha a che fare con delle fate), Ta Ba Ra (non stringete patti coi folletti se non volete avere brutte sorprese…), Il ghoul della Foresta di Ghoul (una storia breve ma intensa), Il Babau (poteva forse mancare?), Berretto di Vimini (una famosa fiaba rivisitata dall’autore), I Guardiani (un inno all’amore che sopravvive alla morte).
Ogni storia è impreziosita dalle immagini, tutte a colori, dell’illustratore Tony Ross. Grazie al suo stile, di cui avete un assaggio dalla copertina, Ross dà vita a mostri ridicoli e divertenti, che non corrono troppo il rischio di “spaventare”.

giovedì 1 marzo 2012

Meterra


Copertina di Malleus

Quando ho concluso la lettura di questo libro sono rimasta sorpresa. Sorpresa dalla ricchezza e dalla fantasia della storia, ma anche dalla maestria dell’autore, Andrea Cisi, nel raccontarla.
Meterra nasce come romanzo per ragazzi, senza nulla da invidiare a un fantasy per adulti.
La protagonista è la giovane Mimì, una ragazzina un po’ strana e dal passato oscuro, che vive coi nonni e il padre in un quartiere di Genova. La città, e nello specifico Borgo degli Scontri, è teatro di appassionanti sfide a biglie tra i tanti monelli che bazzicano i vari quartieri, tifando per l’uno o per l’altro campione; Mimì è l’attuale campionessa in carica. Ma nel bel mezzo di una sfida, Mimì viene richiamata da una voce, che insistente rimbomba nella sua testa e sembra volerla attirare verso un anonimo tombino in uno dei tanti vicoli bui di Genova. Eppure quel semplice tombino rappresenta una porta, una via d’accesso per il mondo di Meterra, da cui la stessa Mimì proviene. Perché è stata richiamata a Meterra? Qual è la sua missione? E cosa si nasconde nel passato suo e dei suoi veri genitori? La ragazzina troverà risposta a queste domande a poco a poco, durante un pericoloso viaggio che fortunatamente non sarà da sola a intraprendere: al suo fianco l’inseparabile criceto Caramello, i piccoli ma combattivi bleürl e due compagni umani dall’onestà alquanto discutibile. Ma c’è anche chi non è affatto contento del ritorno di Mimì su Meterra e farà di tutto per levarsela di torno una volta per tutte…
Già da questa brevissima trama (fatta più per “incuriosire” che per “dire”) si può evincere la ricchezza di questo romanzo; tantissimi in realtà sono i personaggi che avranno un ruolo più o meno importante nello svolgersi delle vicende, chi restando confinato in questo mondo (gli amichetti di Mimì, Marcello e Virna, che preoccupati indagheranno sulla sua scomparsa, il vecchio Bernardo, uno dei pochi a conoscere l’origine di Mimì, le tre sentinelle a guardia della porta), chi nell’altro (Ugghimineo e Marabillio, gran vegliardi di due differenti tribù di bleürl, le tre streghe veggenti, i malvagi Zerf) e chi spostandosi da un mondo all’altro a caccia della sua preda (gli spietati segugi, addestrati nel Formicaio a fare un’unica cosa: uccidere).
Vivide e realistiche sono le descrizioni che Cisi fa della città di Genova, coi suoi affascinanti carruggi (e i numerosi borseggiatori), e appassionanti sono le descrizioni delle sfide a biglie tra i monelli, in cui ciascuna biglia ha il suo nome e la sua storia.
Infine l’intreccio è ben congegnato, seppure la carne al fuoco sia davvero tanta.
Purtroppo (o per fortuna) le vicende di Meterra non si concludono con questo libro, ma esigono un seguito. E allora a chi, come me, ne è stato conquistato non rimane che un’unica cosa da fare: mettersi il cuore in pace e armarsi di santa pazienza.

venerdì 17 febbraio 2012

La bambina che amava la bellezza

Copertina di Irene Bedino

La bambina che amava la bellezza è una tenera storia sulla capacità di una bambina di meravigliarsi del mondo che la circonda, in tutte le sue piccole cose.
Questo testo, scritto per i più piccini (rientra infatti nella serie Arcobaleno della Battello a Vapore, ovvero per i bimbi dai 4 anni in su) sembra quasi una poesia tanto è essenziale ma, nello stesso tempo, immediato ed efficace. Il messaggio è semplice: la bellezza del mondo non sta tanto nelle cose in sé, ma negli occhi di chi la guarda e la sa cogliere.
L’autrice, Emanuela Nava, ha scritto per anni i testi della trasmissione L’Albero Azzurro, oltre ad aver pubblicato numerosi libri per ragazzi e, forte della sua grande esperienza come “comunicatrice con i bambini”, riesce con poche frasi evocative a far volare la fantasia di chi legge. 
Ad aiutare i più piccoli in questo viaggio di immaginazione ci sono poi le splendide illustrazioni di Irene Bedino, tutte a colori. 
Le immagini, delicate, poco elaborate ma molto fantasiose, sono adattissime a corredare il testo e particolarmente indovinate per il giovanissimo pubblico cui sono indirizzate.

domenica 15 gennaio 2012

Il figlio del cimitero

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Copertina di Iacopo Bruno
Neil Gaiman è indubbiamente uno tra i miei autori preferiti. Le atmosfere delle sue storie sono cupe, malinconiche, e Il figlio del cimitero non fa eccezione. Il protagonista, Bod, ha perso in tenerissima età la famiglia, assassinata da un misterioso uomo chiamato Jack, ed è cresciuto… in un cimitero! Il destino ha infatti voluto che quel bambino scampasse alla strage gattonando fino al vicino camposanto. Qui il piccolo, rimasto senza identità e senza alcuno al mondo ad accudirlo, viene accolto dagli spiriti dei morti, che decidono di “adottarlo”, dandogli anche un nuovo nome: Nobody Owens (da cui il diminutivo “Bod”). Gli spiriti dei morti alleveranno Bod trattandolo come “uno di loro” (al bambino, benché vivo, viene infatti concessa in via straordinaria la Cittadinanza del cimitero), rendendolo partecipe dei loro segreti e offrendogli la loro protezione. Sì, perché chi voleva Bod morto è ancora in circolazione e non si arrenderà finché non avrà compiuto la sua missione. Dentro al cimitero Bod è al sicuro ma oltre il cancello il pericolo resta in agguato…
Non voglio svelare troppo della trama di questo libro, che ha vinto la Newbery Medal e lo Hugo Award 2009 (a mio avviso meritatamente). Mi limito a dire che la fantasia di Gaiman ha dato il meglio in questa storia a tratti cruda, a tratti tenera, talora triste, ma mai sdolcinata. Merito del potere narrativo e dell’ineguagliabile stile di Gaiman, che scrive storie per i bambini, trattandoli come adulti.
Il romanzo è uscito in Inghilterra nel 2008, corredato da illustrazioni di Dave McKean, che lo accompagnano internamente anche nella versione che possiedo, edita da Oscar Mondadori. Gaiman e McKean si conoscono dal lontano 1986, anno in cui la loro collaborazione è iniziata con la realizzazione di una graphic novel, Violent Cases, pubblicata nel 1987. Da allora i due hanno lavorato spesso in coppia (Il giorno che scambiai mio padre per due pesci rossi, Coraline, I lupi nei muri, Mirrormask, Crazy Hair, solo per citare i libri per bambini illustrati) e in effetti il loro connubio è ben indovinato. Lo stile dell’uno dà vita a immagini angoscianti (tanto per darvi un’idea) che incontrano perfettamente le atmosfere dell’altro (verrebbe quasi da aggiungere: …e vissero felici e contenti).  
Una piccola curiosità è che il primo tra i capitoli de: Il figlio del cimitero ad aver visto la luce e a venire pubblicato, La lapide della strega, è in realtà il quarto del romanzo, ed è presente con il titolo di: Il cimitero senza lapidi nella raccolta di racconti dark: Il cimitero senza lapidi e altre storie nere.
Un’altra curiosità è che questo libro è stato ispirato dal figlio di Neil Gaiman, Michael, quando all’età di due anni gironzolava sul suo triciclo tra le tombe di un cimitero. Da quel momento, perché anche l’ultimo capitolo venisse scritto e il romanzo completato, sono dovuti trascorrere venti anni. E io che pensavo di essere lenta a scrivere…

domenica 8 gennaio 2012

Harry Potter e la pietra filosofale

Copertina di Serena Riglietti
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Ci tenevo a destinare questo primo post dedicato alle mie letture a Harry Potter e la pietra filosofale, primo di una lunga e fortunata saga che conta in tutto sette romanzi, uno più bello dell’altro, scritti tra il 1997 e il 2007 dall’autrice inglese J. K.Rowling.
Rispetto ai volumi seguenti, Harry Potter e la pietra filosofale presenta uno stile più semplice, più ingenuo, dal quale traspare come effettivamente il target iniziale di questo libro fossero i bambini.
La crescita del maghetto, che nel corso della saga si trasforma da bambino in ragazzo, sembra essersi affiancata alla crescita stilistica dell’autrice la quale, di romanzo in romanzo, esibisce una sempre maggiore bravura. Anche il target dei romanzi sembra evolvere nel tempo, tanto che gli ultimi volumi della saga di Harry Potter ricordano più libri per ragazzi (e aggiungerei per adulti) che libri per bambini.
In ogni caso anche questo primo libro, come i sei che gli han fatto seguito, mostra un intreccio davvero ben congegnato, dove i colpi di scena non mancano.
Ciò che più ho apprezzato delle avventure di Harry Potter, al di là degli eventi che fungono da filo conduttore tra un libro e l’altro e che, nel corso della saga, si fanno sempre più coinvolgenti, più incalzanti e più drammatici, è l’universo che la Rowling è riuscita a ricreare. Le sue descrizioni sono vivide, complete e, ciò che più è importante in un’opera fantasy, sempre attente ai dettagli (come non ricordare le temibili Strillettere o le curiose gelatine Tuttigusti +1).
Ma, a mio avviso, la mossa veramente vincente dell’autrice è stato ambientare le vicende in una scuola di magia e trasportare l’elemento fantastico nel quotidiano, dando modo ai suoi giovani lettori di immedesimarsi nei protagonisti della storia. Geniale!
Come geniale è stato far coincidere la storia racchiusa in ogni libro con la durata di un anno scolastico, nel corso del quale alcuni degli oscuri segreti di Hogwarts vengono svelati.
A chi non l’avesse ancora fatto, consiglio vivamente di leggere questo libro; resterebbe piacevolmente sorpreso dallo scoprire quanto possa rivelarsi appassionante e, nello stesso tempo, si concederebbe il lusso di tornare per un po’ bambino.
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